Pagina:Francesco Ambrosi, Trento e il suo circondario descritti al viaggiatore, 1881.djvu/14

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12 Notizie generali

vano in filoni di piombo solforato, di rame piritoso e di rame grigio, e venivano lavorate in ispecie dai Tedeschi, ivi trapiantati; ma nel secolo XVI quelle miniere già incominciarono a scemare della loro importanza, e più tardi furono per intiero abbandonate. — La barite e la calce solfata rimpiazzano ora la cessata industria di quelle miniere; la prima proveniente dai monti Civezzano, da Meano e dalle Ville di Cembra; e la seconda, dai contorni della Nave e di San Michele, da quelli di Ravina e Romagnano, e da alcun altro luogo. — La valle di Pinè somministra il porfido quarzoso tegulare, che si commercia ad uso di coperture e di pavimenti; mentre i dintorni di Trento, Sopramonte ed altri luoghi danno i calcari giuresi, che forniscono alla città un esteso ramo d’industria.


Vegetabili. — I vegetabili, che somministrano a Trento ed al suo Circondario i maggiori mezzi di combustione, di costruzione e di lavoro nell’arte del falegname e del tornitore, si ottengono dai boschi; i quali, quasi da per tutto, in questi ultimi tempi, furon depauperati dalla maniera inconsulta di abbattervi le piante arboree. — Ai boschi montani più elevati tengono di preferenza le Conifere: il Pino (Pinus sylvestris Linn.), il Larice (Abies Larix Lam.), gli Abeti rosso (Abies picea Matth.), e bianco o Avezzo (Abies vulgaris Poir.), e il Mugo (Pinus Mughus Scop.), che riveste le rupi e pone termine alla vegetazione arborea. Più basso, e di sovente in compagnia del Pino e del Larice, cresce il Faggio (Fagus sylvatica Linn.); ne’