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I MONUMENTI EQUESTRI 91

dividersi in due ben distinte categorie: quelli ispirati oggettivamente dal vero e quelli costretti volutamente alla imitazione dall’antico.

I primi — si è veduto — sono quanto di più genuino e fresco ci abbia lasciato lo spirito acuto dell’artista. Ma un esame esauriente di essi e al di fuori della questione che sembrò esclusivamente preoccupare fin qui gli studiosi — l’ identificazione di quelli per un monumento e di quelli per l’ altro — non fu ancor fatto.

Le riproduzioni fotografiche complete dei disegni vinciani eseguite in questi ultimi tempi e messe a nostra disposizione consentono un più ampio esame e di conseguenza una miglior conoscenza della materia. E nella raccolta di Windsor che ritornano con maggiore abbondanza quei felicissimi schizzi; tali da convincere che l’artista nutrisse pel tema apparentemente modesto ma vario e perciò — data la natura di Leonardo — tentatore in sommo grado una simpatia particolare. In quella nota raccolta oltre cinquanta disegni interessano l’esame nostro, così da comporre idealmente un vero codice dello studio del cavallo. Una buona metà di essi furono eseguiti indubbiamente sul vero: e converrebbe aggiungervi altri pochi della Biblioteca del Re a Torino e del Museo di Budapest.

I disegni diretti a riprodurre — con fedeltà anatomica — la testa del cavallo di per se sola sono pochi ma in compenso magnifici (Windsor, n. 12284, 12286, 12327, e col prospetto del corpo n. 12290 (1); Ambrosiana).

Quando si pensi alla interpretazione del nobile animale da parte degli artisti sopratutto fiorentini immediatamente



  1. Adottiamo i numeri accolti ciglia nuova e più completa serie di fotografie eseguite per iniziativa dell’Istituto Vinciano.