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LEONARDO COL RUSTICI E COL VERROCCHIO 7

preoccupato degli effetti delle statue, che andavan collocate a distanza dal riguardante. Il suo scalpello s’è addentrato profondamente nelle pieghe, le ha grandiosamente disposte alla maniera verrocchiesca, ha ceduto il posto al trapano a scavar buchi profondi per far risaltare i piani, ha ravvolto di barbe e di capelli che sembran di lana i visi e questi lo scultore ha modellato con vigore da maestro.

Fra i disegni in cartelle nella collezione degli Uffizi il n. 226 appartiene al Rustici e servì certamente per le tre figure scolpite descritte. Anche nelle varianti del foglio è evidente la preoccupazione — di origine michelangiolesca — di imporsi all' attenzione con la grandiosità tranquilla degli atteggiamenti.

Il De Nicola ha richiamato lo studio, dopo acute indagini, sulla figura artistica del Rustici. L’attività di questo scultore sembrava limitarsi alle tre statue esaminate. Ma quello studioso ne ha messe in luce altre che documenti e raffronti di stile consigliano attribuire al Rustici stesso: il bassorilievo col Redentore che appare alla Maddalena e una lunetta con una mezza figura di Sant’Agostino, un tondo con la Vergine il Bambino e San Giovannino del Museo Nazionale di Firenze già ritenuto di Andrea Ferrucci (1). Basterebbe la somiglianza assoluta di tipo e di fattura fra la testa del Battista nel Battistero e quella del Redentore nel rilievo del Museo per persuadersi della giustezza dell’attribuzione.

Nel tondo del Museo stesso, osserva il De Nicola, la dolcezza e l' espressione della Madonna e del Bambino come la posa di quest’ultimo sono certamente derivati da Leo-



  1. Giacomo De Nicola, Notes on the Museo Nazionale of Florence, I , in « The Burlington Magizine », febbraio 1916.