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LEONARDO COL RUSTICI E COL VERROCCHIO | 11 |
dito. Il cavallo, nella cinghia che gira sotto il ventre, porta
scritto il nome del suo esecutore, Alessandro Leopardi, che
si ritiene si attenesse, almeno nelle grandi linee, al modello
del Verrocchio. Il lavoro, anche per le dorature, di cui
parla Marin Sanudo, andò così per le lunghe che solo il
21 marzo 1496 potè essere fatta l’inaugurazione del
monumento.
I critici non si son messi ancor d' accordo sulla parte che spetta al maestro fiorentino e su quella che spetta allo scultore veneto. Gli uni attribuirono il cavallo al Leopardi, poiché il suo nome ce lo addita, e il cavaliere al Verrocchio; gli altri, vedendo nel modellato fine, tormentato del cavallo caratteri toscani e nelle bardature la finissima decorazione cara agli orafi fiorentini, preferirono attribuire questa parte del monumento al Verrocchio; il quale, viceversa, nel modellare la vigorosa figura del condottiero, insolita all’arte fiorentina, si sarebbe fatto Veneziano (la frase è di Marcel Reymond)(1), e si limitarono a vedere nel Leopardi il completatore del monumento e il fonditore. Non si può accogliere questa seconda ipotesi senza un po’ di ritegno. Par strano che l' artista che non s’era spogliato delle sue qualità originarie per una buona metà del gruppo consistente in due parti cosi intimamente collegate, se ne liberasse d’improvviso e mutasse del tutto maniera per l’altra metà. Altri, non potendo toglier di mezzo il nome del Leopardi, pensa che « questi si attenne forse in generale al modello del Verrocchio, ma lo ridusse a destriero da torneo, apportandovi le modificazioni che gli sembrarono proprie a dare solennità
- ↑ M. Reymond, Verrocchio (Les mailres de l’art), Paris.