Pagina:Francesco Malaguzzi Valeri - Leonardo da Vinci e la scultura, Bologna, 1922.djvu/34

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24 CAPITOLO I studiò con buoni intendimenti il progetto per il monumento e comunicò il risultato de’ suoi studi non tanto d* indole generale e quali il Verrocchio buon maestro ben conosceva ma verosimilmente anche le sue ricerche di particolari e di anatomia del cavallo, in cui rivela più profonda conoscenza che il suo maestro; il confronto fra la piccola testa nel bronzo con quelle vene che sembran fuoruscire dalla pelle dissecata e il disegno della testa analoga dell’Ambrosiana basta a provarlo. Il Verrocchio ne tenne forse conto come potè, ma le esigenze della fusione e della stabilità del grande cavallo, una novità per lui, lo indussero agli adattamenti che abbiam veduto e ad arricchire eccessivamente di decorazioni, secondo la sua natura, l’armatura, la sella, le fibbie, le barde; a tormentare di troppe arricciature e sfioccolature la criniera e la coda del destriero. Nella nobile, potente figura del condottiero, così lontana dal repertorio di tipi e di formule artistiche care al Verrocchio, tanto affine invece al sentimento d’arte di Leonardo è a vedersi probabilmente una più fedele interpretazione di disegni, forse di un modello: almeno nella testa, magnifica di esecuzione, di Leonardo. L* ipotesi — a parer nostro — collima coi dati di fatto e spiega la presenza di quest opera colossale e potente fra quelle delicate e raccolte del Verrocchio. Al Leopardi dovrebbero spettare la fusione e qualche adattamento dopo la morte del Verrocchio e verosimilmente lo stesso alto e ricco basamento a colonne eleganti e a belle profilature: motivo di sapore prettamente locale e che a Venezia trova frequenti analogie nel periodo precedente e nel coevo. La figura del Colleoni, la testa principalmente, modellata con larghezza di piani, con una accentuazione di tratti fisionomici atti a esagerare l’espressione della forza, fino a rag