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leonardo col rustici e col verrocchio |
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e non il trotto1. Egli ne concluse che il movimento è
corretto. Ma, a dir vero, la questione esorbita dalla pura
arte per entrare nella statica in rispetto alle esigenze del
peso di una grande massa di bronzo. Certo è che mentre
Donatello, nella statua del Gattamelata a Padova, piantò
l’animale con tre zampe in terra e per di più, a dare
il massimo della stabilità, collocò una palla fra lo zoccolo
della sola zampa alzata e il basamento, e con la stessa
disposizione delle gambe adottata dal Verrocchio, cioè le
due di sinistra contemporaneamente avanzate, le due di
destra arretrate, come precisamente aveva fatto Nanni di
Bartolo nel monumento Sarego a Sant’Anastasia di Verona
(per non risalire a esempi del secolo precedente e al periodo
classico), Leonardo invece, che aveva studiato a lungo i movimenti
del cavallo sul vero — i disegni lo provano — s’era ben
avveduto che il movimento del cavallo, se movimento deciso
vuol essere e non l’inizio di una mossa, esige, per l’eleganza
stessa del procedere, che non due gambe da un lato siano
avanzate e le altre due arretrate, ma mentre l’una anteriore
procede, proceda pure quella dell’altro lato, posteriormente.
Il foglio coi tre disegni finitissimi di Windsor ce lo conferma:
sarà meno estetico in realtà veder da un lato le gambe che
si allontanano mentre dall’altro si avvicinano, provocando una
ampia apertura da una parte e una ristrettissima dall’altra,
ma così volle provvidamente natura nel movimento del lungo
corpo dell’animale. Se ne potrebbe concludere che Leonardo
- ↑ E. DUHOUSSET. Un dernier mot a propos du „Colleone„ da Verrocchio, in „Gazette des Beux Art„, 1898. pag. 149 e segg., dov’è ricordato lo scritto di CHERBULIEZ. A propos d’un cheval.