Pagina:Francesco Malaguzzi Valeri - Leonardo da Vinci e la scultura, Bologna, 1922.djvu/32

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22 CAPITOLO I

verrocchiesco, hanno sempre fatto molte riserve sulla sua modellatura, pur senza arrivare forse alle severe critiche del Cherbuliez che notò «une petite tête insignifiante, ajustée a cet énorme corps, a ce ventre lourd, a cette croupe massive, a ces flancs ensevelifs sous la graisse,... enfin ce triste destrier a l’air morne, languissant et eteint, n’a nulle action, rien qui annonce la vie, sans compter que la position de ses jambes ne se peut expliquer. Il lève celle de droite de l’avant-train en la repliant de mauvaise grâce; ce qui faisait dire à Cicognara que ce cheval a l’air de vouloir descendre de son piedestal; mais on pent se rassurer là-dessus, les trois autres jambes sont solidement fixées au sol, qu’elles pressent de tout leur poids; en particulier la jambe gauche de derrière, qui devrait accompagner le mouvement, est la plus reculée de toutes et bien habile qui la détacherait du piedestal». Al che tuttavia un altro scrittore francese particolarmente intenditore di cavalli faceva notare che anche senza tener conto del lapsus per cui qui si parla della gamba sinistra mentre in realtà è della destra che si tratta, conviene osservare che se la gamba più lontana dovesse essere rappresentata diagonalmente al basamento, cioè a dire alzata, per accompagnare quella del treno anteriore, l’animale correrebbe al trotto e, per conseguenza, premerebbe il terreno con altre due gambe. Ma tenendo conto di ciò, egli non appoggerebbe con forza che un piede davanti, perchè quello che completerebbe, per di dietro, l’accordo diagonale necessario alla naturalezza della mossa non tocca il suolo che con la punta; inoltre, se questo piede fosse poggiato, non costituirebbe una base sufficientemente lunga per giustificare un’altra attitudine che quella che esige la metà d’un passo ordinario,