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I MONUMENTI EQUESTRI 49

una giusta soddisfazione: vi piace vedere uno modello pel quale risulterà utile a voi e a me, e utilità a quelli che fieno cagione di nostra utilità (1). Se crediamo al Vasari, quando nel 1492 l'architetto Giuliano da Sangallo si recò a Milano per costruire pel Moro un palazzo si intrattenne con Leonardo che gli parlò «del getto che far voleva del suo cavallo, n’ebbe bonissimi documenti». Forse allude a quei colloqui il ricordo lo igniudo del Sangallo fra gli appunti vinciani (2) per quanto abbiano accenni a persone e a cose di Firenze? Il modello in cera sarebbe stato finito quando, il 30 novembre 1 493, Milano festeggiò le nozze di Bianca Maria Sforza. E al trasporto del grandioso cavallo in cera deve verosimilmente alludere il noto disegno della forma chiusa entro un’armatura per esser trasportata, dalla Corte vecchia dove il maestro l’aveva modellata, al Castello per essere esposta al pubblico. La forte struttura dell’armatura a dieci travi ritte e parecchie trasversali, disegnata nello schizzo vinciano con tucti i chapi delle chiavarde, fa ben presupporre che fosse destinata al trasporto di un colosso e pesante, non di uno di quei grandi cavalli in legno e tela dipinti che figurarono non in quella sola occasione, ma che allora erano abbastanza comuni nelle feste di corte; per quanto non manchi chi abbia dubitato che il modello figurasse veramente in pubblico nell’occasione delle feste ricordate (3). Che il cavallo avesse grandi proporzioni ce ne assicura Leonardo stesso. Fra il 1501 e il 1506, parlando di fossili delle mon-



  1. S. K. M., IlI, 236-b. Riteniamo quindi giusta l’ osservazione della « Raccolta vinciana », fasc. II. 1906, che la frase alluda al modello della statua allo Sforza, che fu esposta nel 1493 diventi al Castello di Milano.
  2. Richter, lI, 428.
  3. Calvi, op. cit.