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52 CAPITOLO III

superba; il quale durò fino che i Francesi vennero a Milano con Lodovico re di Francia, che lo spezzarono tutto. Enne anche smarrito un modello piccolo di cera, ch’era tenuto perfetto, insieme con un libro di notomia di cavagli fatta da lui per il suo studio ». Cosichè Michelangiolo, in una accolta di amici, potè pungere Leonardo con le note parole: « Tu che facesti un disegnio di uno cavallo per gittarlo in bronzo, et non lo potesti gittare, et per vergogna lo lasciasti stare » (1). Il Vasari esagerò tuttavia nel particolare della rovina del modello. Esso non fu spezzato « tutto ». I balestrieri guasconi lo presero vandalicamente a bersaglio — il particolare è ricordato da Sabba da Castiglione — - ma non lo abbatterono; così che Ercole I di Ferrara, sapendo che dicta forma quale è lie a Milano ogni die se va guastando perchè non se ne ha cura, la chiedeva, il 19 settembre 1501, per mezzo del suo agente a Milano, al governatore francese colà; e gli fu fatto sapere che per consegnarlo occorreva un ordine del re. Altro non si sa (2).

Ma è a credere che Ercole d’Este non si ritraesse di fronte a così lieve difficoltà e che verosimilmente il modello, a cui i milanesi, a quel che pare, non tenevano molto, gli fosse consegnato, per far cosa gradita al potente principe alleato. Forse che certe monete di Ercole che mostrano nel tergo un monumento equestre con un cavaliere — nudo però, classicamente atteggiato e che i numismatici voglion tratto da l' antico — del tutto affine a un disegno di Windsor alludono alla presenza a Ferrara del desiderato modello?



  1. Anonimo Magliabecchiano, edito dal Frey. pag. 115.
  2. G. Campori, Nuovi documenti per la vita di Leonardo da Vinci, in « Atti della R. Dep. di St. Patria per le Provincie Modenesi e Parmensi », vol. IlI, 1865.