Pagina:Francesco Malaguzzi Valeri - Leonardo da Vinci e la scultura, Bologna, 1922.djvu/68

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58 CAPITOLO III

rifare, a suo modo, la storia e il raggruppamento dei disegni leonardeschi pei due monumenti, sembrando a lui che i precedenti raggruppamenti non presentino quello sviluppo che il tempo avrebbe dovuto portare nella ideazione ed esecuzione delle figure « come se Leonardo per 25 anni le avesse solo variate e non sviluppate » (e vedremo in che egli faccia consistere questo preteso sviluppo, del tutto arbitrariamente concepito) e fondandosi su la frase di Pietro Alemanni il signor Lodovico è in animo di fare una degna sepoltura al padre egli ritiene eseguiti pel monumento a Francesco Sforza tutti i disegni noti dei fogli vinciani con cavalli e cavalieri di aspetto monumentale, compresi tutti quelli che presentano nel basamento la figura stesa del defunto; limitandosi ad assegnare al monumento Trivulzio il foglio di Windsor in cui gli schizzi rapidi a penna mostrano un cavaliere sull’animale impennato, a cui fanno da base edicole con colonne e figure sedute che richiamano troppo evidentemente il noto contratto pel monumento Trivulziano: al quale il Meller accosta diversi schizzi di cavalli impennati, la testa volta indietro, di Windsor perchè affini al bronzo da lui rintracciato a Budapest (1).

In tal modo i più disparati concetti, i più vari atteggiamenti sfilano sotto gli occhi per il monumento preferito, quello allo Sforza: cavalieri in classico paludamento col bastone del comando rigidamente proteso e uomini nudi sul destriero

impennato su un nemico caduto; monumenti su un’alta base con le figure del commemorato steso nel feretro e monumenti — come quello a tav. 6 dello scritto del Meller — in cui



  1. Simon Meller, Leonardo da Vinci Lovasabrazolàsai és a Szépmiìtìészeti Muzeum Bronzlovasa, in « Orazàgcs Magyar, Szcptnuveszeti Muzeum Evkonyvei », I, Budapest, 1918.