Pagina:Francesco Malaguzzi Valeri - Leonardo da Vinci e la scultura, Bologna, 1922.djvu/86

Da Wikisource.
76 CAPITOLO III

di Bortolo nel monumento a Cortesia Sarego in S. Anastasia a Verona, Paolo Uccello nel gruppo di Giovanni Hackvood, l' ignoto scultore del bassorilievo con Roberto Malatesta nel Museo del Louvre, Donatello nel Gattamelata a Padova, il Verrocchio nel Colleoni a Venezia. Il progresso è grande fra le prime e le ultime opere, anche se il tipo è rimasto su per giù lo stesso: progresso limitato alla espressione, alla bellezza plastica, alla finezza dei particolari, come il Rinascimento domandava. E Leonardo, anche in questo, avrebbe certamente fatto un gigantesco passo innanzi, imprimendo vigore forse non mai visto all’animale — fino allora un po’ massiccio e indifferente — e sentimento interno all’eroe. Ma questo i disegni non ci mostrano. In essi è espresso solo l' incontentabilità esteriore dell’artista che prepara, studia, osserva, per un capolavoro a noi ignoto.

A un disegno di una zampa del Ceciliano, Leonardo aggiunge: fa questa medesima di dentro con la misura di tutta da spalla. Il disegno della zampa anteriore alzata ritornerà frequente o accompagnato da altri squisiti disegni delle altre gambe dell’animale atteggiato sempre al passo. E il tipo ormai prescelto, studiato, anatomizzato da Leonardo. Altra volta il cavallo è solidamente disegnato di fronte, nello stesso atteggiamento: la zampa alzata scorcia magistralmente e il disegno basterebbe a provare la felicità, la rapidità d’osservazione.del maestro. Questo moto che fa la parte davanti del chavallo — commenta, in uno scritto, a lato al disegno, Leonardo — se divide in due parti delle quali la prima o nell' alzare più la parte destra che la sinistra o la sinistra che la destra. La sechonda o nell’alzare più la destra parte che la sinistra o la sinistra che la destra o in queste quattro distintioni debbono l' investi-