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82 CAPITOLO III

I più interessanti son quelli di Modena: per lo meno presentano qualcosa della grande monumentalità ch’è nei disegni del maestro raffiguranti il cavallo procedente al passo, secondo l’ idea che noi crediamo definitiva pei due monumenti. L’ignoto artista (qualcuno ha fatto il nome del Riccio) ha ripetuto il cavallo in due esemplari, appaiandoli per capriccio, e per ricavarne probabilmente due oggetti di carattere decorativo. Dello stesso spirito è quello del Museo di Berlino illustrato dal Bode, che notò come in quegli esemplari la bella costruzione del modellato, il largo dorso, le froge frementi e troppo pronunciate rispondano al tipo caro a Leonardo nei disegni di Windsor e di Budapest1. Lo stesso può dirsi di un esemplare del Museo Nazionale di Venezia, in cui la figura del giovane cavaliere nudo è troppo grande per appartenere al cavallo stesso, che ha caratteri prettamente leonardeschi. In diverso atteggiamento è un altro cavallino in bronzo del Museo berlinese: le forti zampe posteriori, su cui gravita il forte corpo, richiamano un motivo leonardesco che figura nella battaglia di Anghiari2. All’arte fiorentina del Rinascimento appartengono altri bronzetti con cavalli del Museo Nazionale di Firenze: due cavalli impennati, il capo rivolto, altri due al passo, l’uno con un manto a mò di sella sul dorso, l’altro con lunga coda legata, nobili, delicati. Ma la rigorosa arte del grande maestro s’è raddolcita, attenuata, levigata in curve molli e quiete, la testa s’è impiccolita, tutto ha assunto carattere decorativo.

Ispirato a Leonardo è pure un bel bronzo di New York



  1. W. Bode,Die ilalianischen Bronzenstaluetlen der Renaissance, Berlin. B. Cassirer.
  2. Catalogo del Museo di Berlino del Bode, n. 224.