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Pagina:Francesco Sabatini - Il volgo di Roma - 1890.pdf/65

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Le melodie popolari romane 59

una melodia la quale, a suo parere, dovrebbe accompagnare le parole dei ritornelli romani. Codesta musica, scritta in una sola chiave (elogio dovuto all’autore), comincia con un lunghissimo preludio, che, secondo l’avvertimento dell’autore, dovrebbe essere eseguito sempre a piacere regolando secondo la voce, e prosegue poi la melodia del ritornello posta sopra le parole:

Mi sento il core ferito ferito,
Tutto di sangue abbagnato abbagnato,
Quest’è la bella mia che m’ha tradito.

In questa pubblicazione il preludio ha qualche cosa di comune colla melodia della tarantella piuttosto che del ritornello, salvo poi il caso che essa non sia nè l’una, nè l’altro. La musica posta sopra le parole è affatto immaginaria, e rammenta lontanamente il ritmo del sonetto.

Più fedele del Blessig troviamo l’inglese William W. Story, quando nel suo Roba di Roma1 riporta il canto dei pifferari. In questo canto, come più volte avemmo occasione di osservare, la zampogna che regge il basso armonico ha per nota grave la quinta del tono e le regge come pedale dal principio alla fine. Per tal modo il canto trovasi addirittura basato in 6/4, e su tale accordo comincia e finisce; il che, per quanto contrario alle buone regole, non manca di una

  1. London, 1875.