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Pagina:Francesco Sabatini - Il volgo di Roma - 1890.pdf/67

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Le melodie popolari romane 61

amatori di musica, piuttosto che una ricerca artistica del vero. Infatti, mettendo da parte la inesattezza con cui furono riportati quei canti, essi sono esposti per la maggior parte con preludî e forme ritmiche di accompagnamento e buone armonie, e cadenzare giustissimo e altrettali pregi e risorse che offre l’arte musicale, ignorata affatto dal popolano inventore della melodia. E però questa pubblicazione è da noi considerata solo quale una collezione di melodie popolari ridotte ed esposte agli amatori di musica.

La seconda pubblicazione italiana è quella fatta dal R. Stabilimento Ricordi di Milano, ed ha per titolo: Canti popolari romaneschi, raccolti e corredati di accompagnamento di pianoforte da Filippo Marchetti. Nelle note poste in fine del suo volumetto l’autore fa osservare come egli «nel raccogliere e coordinare questi canti popolari romaneschi ebbe particolarmente di mira di nulla aggiungervi del suo; e nel mettervi l’accompagnamento di pianoforte ebbe cura di non alterarne il carattere e la originalità con malintese armonie»1. Poi sparge dubbî sopra l’origine veramente romana di alcuni di quei canti e specialmente di quello intitolato: Il cerchio, e in tale asserto la nostra opinione consoliderebbe sempre più la sua affermazione. La prima canzone, La treccia bionda, egli espone usando un tempo misto di 12/8。 e 9/8 per non

  1. P. 26.