Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/110

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104 libro secondo

     Vennon con lei la Crudeltá e la Guerra,
l’Inganno e Froda e la Malizia tanta,
30che ha guasto ’l mondo e fa che cotanto erra.
     Presa ch’ebbe la terra tutta quanta,
non gli bastò, e ’l mar ebbe assalito
la rea radice d’ogni mala pianta.
     Quando Nettuno vide l’uomo ardito
35cercar il mare e non temer tempesta
e di solcarlo e gir per ogni lito,
     trasse di fuor del mar la bianca testa
e ’l suo tridente, ed ebbe gran pavento,
dicendo:— Oimè! Che novitá è questa?
     40Come ha trovato l’uom tanto argomento,
che passa il mar e non teme dell’onde,
e va e vien a vela ad ogni vento?—
     Come cosa nociva si nasconde
che non si trove, però che si teme
45che, se si trova, gran mal ne seconde;
     cosí Natura de’ denari il seme
pose e nascose nel regno di Pluto,
perché la gente non turbasse insieme.
     Ma l’amor dell’aver tanto cresciuto
50sfondò la terra e ’l gran Pluto infernale
robbò, gridante lui, chiamando aiuto.
     Questo fu poi cagion di maggior male,
ché ruppe amor e legge ed ogni patto,
e fe’ il figliolo al padre disleale.
     55Vedendo Astrea il mondo esser disfatto
e ’l viver santo, e guasto il giusto regno
dal mostro reo, che fu d’inferno tratto,
     lassò la terra prava a grande sdegno,
sí come indegna della sua presenza,
60e tornò al ciel, ov’ella è fatta segno.
     Allor li vizi senza resistenza
uscîro di comun da Mongibello
col loro ardire e con la lor potenza.