Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/134

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CAPITOLO VII

Dove trattasi del regno d'Acheronte.

     Miglia’ di mostri piú oltre trovai,
i quai bench’io li narri e li racconte,
appena a me si crederá giammai.
     Anime vidi al lito d’Acheronte,
5ch’avean sette persone e sette facce;
e queste su in un ventre eran congionte.
     Pensa sette uomin, che l’un l’altro abbracce
dietro alle reni e con sette man manche,
con sette destre ed altrettante bracce.
     10Ed avean sol un ventre e sol due anche
e sol due gambe e sol un umbillico:
sí fatti mostri non son trovati anche.
     E ciascun delli visi, i quali io dico,
quant’era piú appresso a quel davante,
15piú giovin era e dietro piú antico,
     sí che la prima faccia era d’infante
or ora nato, e l’altra puerile,
d’adolescente il terzo avea sembiante,
     giovine il quarto, il quinto era virile,
20il sesto di canuti era cosperso,
e l’ultimo un vecchiaccio tristo e vile.
     Miglia’ di mostri fatti a questo verso
stavano a lato di quell’acqua bruna,
per passar l’onde del lago perverso,
     25il qual avea assai maggior fortuna,
che mai Carribdi, Scilla o l’Oceáno,
quando ha reflusso o quando volta luna.