Cosí han questi, di paura oppressi,
gli archi di contra e però stan tremanti 30che sassi e dardi non percuota ad essi.
Per dar lor piú timor, al volto innanti
discorrono i Mal sogni e ’l Mal presaggio,
l’upupa, il gufo e ’l corvo con lor canti.
Su per la strada era il nostro viaggio, 35e trovai Fleias ch’era qui il primaio
del gran timor con pallido visaggio.
— O Fleias,— dissi io,— che a tanto guaio
se’ posto qui e tremi vieppiú forte
che ’l vecchio can nel freddo di gennaio, 40Apollo ha posto te a cotal sorte
per tua superbia e di te fa vendetta,
che ’n sempiterno questo tremor porte.
Assai è minor pena a chi suspetta
solo in un punto ricever il duolo, 45che sempre temer l’arco e la saetta;
ché ’l timor seco mena grande stuolo
d’assalitori, ed ognuno il cor punge:
adunque è meglio aver un colpo solo.
Per darti piú timore ancor s’aggiunge 50all’arco il sasso, e temi che non caggia
e non ti fiacchi il capo, quando giunge.
— Nel mondo, ove tu sal’ di piaggia in piaggia
— rispose,— proverai simil doglienza,
se vi pervieni colla scorta saggia. 55Lí vederai tu il don di provvidenza
farsi una lima che se stessa rode,
di mille casi avversi c’ha ’n temenza.
E vedrai le ricchezze non far prode:
tanto di povertá il timore affligge, 60che ’l possessor di lor lieto non gode.
Che giova all’uom la vita, se l’effigge
dell’orribile morte ognor l’accora
e sempre di paura lo trafigge?