Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/186

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180 libro secondo

     La vergine, a cu’ il petto avea trafitto
colla sua coda armata il mostro fello,
menata fu all’idol quivi ritto.
     70E come Pirro innanzi al tristo avello
del padre Achille uccise Polisena,
stando ella mansueta come agnello;
     cosí la fèra con dispregio e pena
sacrificò la verginetta pura,
75spargendo quivi il sangue d’ogni vena.
     Ed ella intorno intorno ponea cura
a’ circumstanti per aver difese,
e nullo la subvenne in tanta iniura.
     Un angel venne ed in braccio la prese,
80dicendo:— La donzella ch’è qui morta,
è viva in ciel, onde prima discese.—
     E poscia verso la celeste porta
con lei in braccio mosse il santo volo,
come falcon che ’nsú la preda porta.
     85Il mostro, che del drago fu figliuolo,
inver’ la gente, ch’era quivi, corse,
blando leccando alcun come cagnolo.
     Ed alcun altro crudelmente morse
prima col dente acuto e venenoso,
90poi con la coda, che come uncin torse.
     Nel tempio, a quel di Dio fatto a ritroso,
Proserpina era reina infernale,
adulterata spesso dal suo sposo;
     ché, non guardando chi, come, né quale,
95purch’al marito suo si dica:— Io pago,—
la ’spone ad adulterio e ad ogni male.
     E presso al fiume su in un gran drago,
che diece colli avea e diece teste,
stava a seder coll’occhio putto e vago.
     100Il vestimento suo, il qual ei veste,
di purpura era, e teneva il piè manco
dentro nell’acqua di sí gran tempeste.