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Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/203

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CAPITOLO I

Come l'autore fu a battaglia con Satanasso e, umiliandosi, lo vinse.

     Dell’orizzonte il sole era giá fuora,
e, per aver la lena, io m’era assiso
come chi stanco a riposar
dimora.
     E, risguardando, tenea in alto il viso,
5perché ammirava il superbo arrogante,
che fu ribello a Dio in paradiso,
     quando la dea a me su venne avante:
— Or ti bisogna assai esser gagliardo
ed usar le tue forze tutte quante.
     10— Minerva mia, a cui sto i’ a riguardo,
che di guidarmi dietro a te ti degni
al loco, ov’io d’andar di desio ardo,
     prego che m’addottrini e che m’insegni
quai sonno i mostri, che tengon la strada,
15che l’uom non saglia a’ tuoi beati regni.
     Da che convien che alla battaglia vada,
dammi fortezza e dammi la dottrina
ch’io non sia preso e che vinto non cada.—
     Rispose a questo a me quella regina:
20— Quando il gran mostro su vorrá levarte,
e tu col capo sempre ingiú declina.
     Questa fie la vittoria, e questa è l’arte,
con che si vince sua superbia ardita:
va’, ché, se vuoi, potrai da lui aitarte.—