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244 libro terzo

     E l’Ira terza mai vendetta lassa,
65rabbiosa nello cor, e sempre seve,
insin ch’occide o, divorando, abbassa.
     Questa è detta Ira difficile e grieve;
crudele e tirannesca ovver superba,
che mai non posa, se ’l sangue non beve.
     70Megera è questa con la vista acerba;
di ratta occision non è contenta,
ma per piú tormentar la vita serba.
     Ella si gode quando altrui tormenta:
guarda quant’ha crudele e brutta faccia
75e che d’ogni piatá la cera ha spenta!—
     Io vidi l’Ira poi con crudel faccia;
e fe’ le fiche a Dio il mostro rio,
stringendo i denti ed alzando le braccia.
     Mentre cosí faceva, ei partorío
80orrendi mostri e prima la Biastema
col viso altèro e biastimante Dio.
     Ahi, creatura vil, di bontá scema,
putrido verme e posto in gran bassezza,
come biastemi la Vertú suprema?
     85Ché, da che l’Ira sempre mai disprezza
colui, con cui si turba, or pensa quince
se pecchi, dispregiando tanta altezza.
     E, se ti levi contra il primo Prince,
sol per tal atto diventi idolatra:
90tanto il furor e cecitá ti vince.
     — Quell’altro, che ha la faccia iniqua ed atra,
è Sdegno inchiuso nella fantasia,
il qual, quand’esce fuor, com’un can latra,
     e dice contumelia e villania
95ed avvilisce, obbrobri recitando
con la rabbiosa voce e con follia.
     Il terzo mostro ancor brutto e nefando,
Immania ha nome ed Inumanitade,
ch’è come un cane o bestia, divorando.