Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/329

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capitolo x 323

     Ma ogni effetto, che con mezzo move,
65benché influisca, movendo sua spera,
conven che ’nvecchi e l’altro si rinnove.
     E, quando è discordante la matera
dall’influenza, non pò l’operante
dar la sua forma tutta quanta intera:
     70però le cose non son tutte quante
d’una perfezione: però ’l naso
alcuno ha meno e ’l dito, e alcun le piante.
     Non è però ch’ella erri o faccia a caso;
ma fa come il vasaio, a cui mancasse
75la terra, che non fa perfetto il vaso.
     Seguitan poi le signorie piú basse
delli reami dell’umane genti,
subiette al tempo, che convien che passe;
     ciò che avvien per casi contingenti,
80ciò che puote arte ovver umano ingegno,
non però che da Dio sien mai esenti,
     commessi sono a vostro umano regno;
e quanto lo ’ntelletto è acuto e saggio,
tanto a signoreggiarli è atto e degno,
     85perché prudenzia, sí come detto aggio,
del reggimento è la prima radice,
quando si guida dietro al primo raggio.
     Perciò un disse il mondo esser felice,
quando a lui guidaranno i saggi il freno
90e Sapienza aran per lor nutrice.—
     Per satisfarmi poi del tutto appieno,
mi disse:— Sguarda omai e drizza il viso
alle donzelle, che a lato mi meno.
     Questa, che dalla lunga mira fiso
95il futur tempo, è detta Provvidenza,
che bon tesor ripone in paradiso.
     E l’altra è la Presente Intelligenza;
l’altra è Memoria ovver esperta mente,
che del passato tempo ha esperienza.