Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/353

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CAPITOLO XV

Di coloro che col lor sangue fondarono la fede,
e delle cose che dobbiamo credere.

     Paulo mi mise poi nel tempio sacro,
fatto di sangue e fatto di fortezza
di santi, morti a duolo acerbo ed acro.
     Parea ch’andasse al cielo la sua altezza,
5edificato in dodici colonne,
e quattro miglia o quasi nell’ampiezza.
     Né Capitolio mai, né Ilionne
fu di bellezze e gioie tanto adorno,
né ’l tempio, che ’l gran saggio fe’ in Sionne,
     10quante questo n’avea intorno intorno;
di mille luci splendea in ogni parte,
sí come luce il sol di mezzogiorno.
     Mai Policleto, né musaica arte,
neanco Giotto fe’ cotal lavoro,
15qual era quel di quelle membra sparte.
     Parean i lor capelli fila d’oro,
e lor vermiglie ven parean coralli,
e purpuresche le ferite loro.
     La carne e l’ossa chiar piú che cristalli,
20tutte ingemmate a pietre preziose,
pien di iacinti e di topazi gialli.
     Mostrò a me Paulo tra le belle cose
prima san Pietro e poi piú altri assai,
che Cristo in pria per fundamento pose.
     25Mostrommi cento e piú papi primai,
i quai fûn morti per la santa fede,
ch’ora risplende di cotanti rai.