Vai al contenuto

Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/38

Da Wikisource.
32 libro primo

Allor Diana a sei silvani impose
65che menassero il cervio; ed ei menôllo
su delle ripe e delle vie scogliose,
     con una fun legato intorno al collo;
poi fu lasciato sciolto presso al fonte,
ch’era sacrato alla suora d’Apollo.
     70— Su su, sorelle, circondate il monte
— dicea Lippea,— e prendete la costa
con archi e spiedi coll’acute ponte.
     Ognuna attenta sia nella sua posta:
co’ can correnti dietro alli cespogli,
75come chi sta in aguato, stia nascosta.
     E tu, Tirena, va’ ’ntorno a li scogli
con cento ninfe: sai ch’io mi confido
in tua virtú; però mostrar la vogli.
     Sí come io accenno o col mio corno grido,
80cosí con quelle cento mi soccorre,
co’ cani alani e col tuo arco fido.
     Perché, se ’l cervio suso al monte corre,
di lá dall’altra valle non trapassi,
lassú, Ipodria, tu ti vogli porre
     85e con ducento ninfe prendi i passi:
con can mastini e con cani levrieri
fa’ che lo pigli e che passar nol lassi.
     Or ora essere accorte è ben mestieri;
acciò che onore abbia la nostra dea,
90mostriam la forza de’ nostri archi fieri.—
     Non men Lisbena ancora disponea
la schiera sua e facevala forte
con modi e con parol, ch’ella dicea.
     — Sorelle, ora conviene essere accorte;
95ora convien mostrar nostro valore;
ch’altri che noi di caccia onor non porte.
     Ora si vederá chi porta amore
a dea Diana e se siete valente,
sí che di questa caccia abbiamo onore.