Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/385

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capitolo xxi 379

     E questa caritá, ch’ora dico io,
ama il demonio, in quanto da Dio pende
30per creatura, e non in quanto è rio.
     Cosí di grado in grado ella descende,
amando piú e men, secondo i gradi;
e quanto trova il ben, tanto s’accende.
     Ma, perché amor, se tu diritto badi,
35sta in congiunzion stretta e perfetta,
quando è onesta e fuor degli atti ladi
     questa coniunzion cosí costretta,
chiunque la rompe, separa o disparte,
convien che grave offesa egli commetta.
     40Però, mirando quanto a questa parte
la caritá è altramente ordita,
ed altramente il suo amor comparte,
     prima ama Dio, che l’esser e la vita
dona alla mente, e poi ama se stesso,
45ché nulla cosa ha l’uom piú che sé unita;
     poi ama i genitor dopo sé appresso,
e li figli, la donna e li nepoti,
secondo il grado loro ovver processo.
     In questo amor, se tu attento noti,
50vertú, natura e caso altrui coniunge,
quando è onesto e con atti divoti.
     E, quando questo amor va alla lunge,
se caritá lo scalda e fállo grande,
a’ peccatori ed a’ nemici adiunge.
     55Non ch’a lui piaccian l’opere nefande,
ma, ’nquanto uomini, gli ama e per essi òra,
ed a ben far ancor la man lor spande.
     La caritá appar perfetta allora
laggiú nel mondo, quando è sí accesa,
60che del suo iniuriante s’innamora.
     E, perché la vertude s’appalesa
nell’operar, cosí si manifesta
nell’operar la caritá, c’hai ’ntesa,