Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/61

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CAPITOLO XI

Come la dea Minerva discese e seco menò Ilbina ninfa.

     Io me n’andai in un boschetto alpestro,
distante a quelle ninfe, a mio parere,
ben quasi una gettata di balestro,
     sí ch’io poteva udire e ben vedere
5tutti lor atti e tutte lor parole,
ed aspettando mi stava a sedere.
     Ed ecco, come quando il chiaro sole
tra le men folte nubi sparge il raggio,
che quasi strada in cielo apparir sòle,
     10cosí da cielo ingiú si fe’ un viaggio;
e la via lattea, che pel caldo s’arse,
piú che quella in splendor non ha vantaggio.
     Le ninfe tutte alla strada voltârse;
e come quando rischiara l’aurora,
15cosí lucente in cielo un carro apparse.
     E poco stando io vidi una signora
splendente quanto il sol su la mattina,
quando dell’orizzonte egli esce fòra,
     incoronata come la regina,
20che venne a Salomon dal loco d’Austro
per udire e saper la sua dottrina.
     Quando piú presso ingiú si fece il plaustro,
lo scudo cristallin gli vidi in mano,
lucente quanto al sol nullo alabastro.
     25Ed era sí scolpito e sí sovrano,
che tanto adorno nol fece ad Achille,
per preghi della madre, dio Vulcano.