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l’acido carbonico trasmessogli, come vedremo, dalle foglie, all’intento di elaborare i materiali terrestri; laddove di notte, nell’oscurità, invertendosi la funzione, le foglie funzionerebbero come le radici, emettendo l’acido carbonico assorbito di giorno. Se poi si osserva il contegno di questa estremità conica verdeggiante, che io chiamerei non spongiuola ma succhiatore, si vedrà ch’essa è quella che penetra le sostanze tenere, e che aderisce fortemente ai materiali solidi. Certamente queste sole estremità coniche non varrebbero a spiegare la quantità d’umore assorbito dalle piante nel terreno, ed a ciò appunto suppliscono i peli che per buon tratto accompagnano la parte più recente delle radici. Anzi, è più logico il credere che all’estremità conica basti, e valga meglio, poca umidità per lasciar all’acido carbonico maggior azione per intaccare i materiali terrestri, e che in seguito, quando sono introdotti, i peli vi aggiungano l’umidità necessaria a mantenerli in uno stato di fluidità tale che possano arrivare anche alle foglie delle più lontane diramazioni. All’estremità conica adunque il succhiamento, ossia l’elaborazione, ai peli l’assorbimento dell’umidità, ossia del veicolo acquoso. All’estremità conica pertanto il nome di succhiatore, ai peli il nome di sistema assorbente. Questo si verifica non solo nelle radici, per riguardo all’umidità terrestre, ma eziandio nelle parti aeree, per rapporto all’umidità atmosferica, purchè siano tenere e munite di peli. Col mezzo de’ peli si mantengono verdeggianti i mazzi di fiori, i germogli ecc., ma non si possono nutrire, mancando l’organo a ciò destinato, il succhiatore. — D’onde l’importanza di conservare l’estremità delle radici alle piante che si trasportano dai semenzaj, dai vivaj, o da un luogo ad un altro. Guasti o perduti i succhiatoj, possono rinnovarsi, come si rinnovano le gemme aeree per mezzo di germi latenti, ma intanto si perde tempo; e, se questi germi tardano a svolgersi, la pianta