Pagina:Gaetano Cantoni - Fisiologia vegetale, 1860.djvu/178

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hanno che piante di nessun conto, piante che non oltrepassano mai lo stato erbaceo o cellulare.

Tutto concorre quindi a provare l’importanza dell’acido carbonico nei vegetali. La luce che ne permette lo assorbimento, ed in seguito il maggior o minor grado di temperatura che rende possibile l’assorbimento della proporzionale e diversa quantità d’acido carbonico di cui abbisogna ciascuna pianta, sembrano gli agenti principali della vegetazione.

Berti-Pichat, nel libro V, capitolo IV, § 500, si esprime come segue:

Il risveglio dell’attività vitale che ai primi tepori si fa in tutta la pianta, è, cred’io, la vera causa del porsi in moto del succhio. Prima che i bottoni ne diano alcun segno, il coltivatore pratico scorge subito dall’esterno aspetto se l’albero muove, come usa dir volgarmente. Questa mossa, questo vitale risveglio è di tutte le cellole, e da esse vien promosso ed attivato ogni atto vegetativo. Quanto alle forze fisiche, endosmosi, capillarità, ecc., tutte codeste teorie meccaniche mal reggono a due riflessi ben compresi dal Decandolle;

I. I fenomeni in discorso scompajono colla vita. I tessuti conservano la capillarità e l’igroscopicità; perchè dunque il succhio non monta egli più?

II. Niuna di quelle cause meccaniche dà ragione della direzione determinata dei liquidi, nè dei particolari del fenomeno, nè dell’intervento così importante della luce.

Se il Pichat avesse voluto confermare la nuova teoria non avrebbe potuto far meglio. Egli confessa e prova che le cause meccaniche cui si attribuisce l’assorbimento ed il movimento del succhio, possono sussistere anche quando l’albero non è in istato di vegetazione: che quelle stesse cause non spiegano la direzione del succhio e gli altri particolari del fenomeno, e molto meno l’influenza della luce. Finalmente ei pure fa notare che il risvegliarsi della vegetazione non può essere attribuito ad un suc-