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Ho detto che la germinazione delle gemme in tali casi si fa anche a spese del legno sottoposto. — La germinazione che comincia coi materiali della massa cotiledonare ed il germogliamento che procede con materiali tolti al terreno, sono fenomeni che non urtano menomamente tanto coi principj ricevuti, quanto con quelli finora esposti. Ma forse una germinazione, e perfino un germogliamento a spese del legno, non sarà così facilmente ed ampiamente accettato. Eppure il fatto non solo è possibile ma vero, come lo provano i germogli che si svolgono sulle piante tagliate ancor verdi, o non morte in piedi, come dicesi ordinariamente; l’esaurimento rapido del legno nelle piante che deperiscono e muojono: e finalmente l’innesto e le piante parassite.

Non è cosa rara il veder tronchi o grossi rami di pioppo o di salice, tagliati sul finir d’autunno o sul finir del verno, i quali sul cominciar di primavera, conservando ancora gran parte della propria umidità, mandino numerosi germogli, sia dai punti ove la corteccia è meno grossa e meno dura, sia dalle estremità recise, facendosi strada fra la corteccia e l’alburno. Questi germogli, dopo d’essersi più o meno sviluppati, finiscono ordinariamente col morire, pel successivo essiccarsi del legno. Quando però il legno si trovi in condizioni tali da mantenersi in istato di sufficiente umidità, quei germogli continuano a vegetare come se la pianta avesse ancora le proprie radici nel terreno. — Ora domando da qual parte prendono nutrimento quelle gemme e quei germogli? Dal terreno no certo. Dunque elaborano i materiali della pianta istessa, finchè questa glieli può fornire.

Che in tali casi avvenga un’elaborazione dei materiali del legno lo sanno i negozianti di legname i quali scortecciano immediatamente i tronchi tagliati, acciò la superficie dell’alburno si essichi più prontamente, procurando talvolta di togliere assieme alla corteccia anche