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getto vengono a conferma di quanto fu esposto, cioè che l’umor nutritivo è l’ascendente, e che ogni gemma, ogni germoglio, ogni ramo può considerarsi quale un individuo separato. — L’innesto generalmente mette a frutto più prontamente la pianta, ed ingrossa i frutti in confronto di quelli che dapprima portava il soggetto, o se di specie identica (pero, per es., sopra pero), ma toglie vigore, ed abbrevia la vita della pianta. — Perchè l’innesto, mentre produce una maggiore e più pronta fruttificazione, non che ingrossamento di frutti, indebolisce la pianta? Una più pronta, e voluminosa fruttificazione non è pur d’essa un’indizio di vigoria? O vi sarebbe qualche contraddizione in natura?

Col nostro modo d’intendere la circolazione e la nutrizione ne’ vegetali facile diventa la spiegazione. La cicatrice, o cicatrici che risultano dall’operazione dell’innesto a spacco, in corona ed a canello, suppongono un’interruzione del sistema ascendente, la quale produce lo stesso effetto delle piegature dei rami, delle legature, incisioni, e fratture, cioè diminuisce la produzione legnosa al disopra del punto nel quale sono le cicatrici. Germogli che diverrebbero succhioni tentano di sorgere al di sotto, ma vengono dall’arte mano mano levati, e la pianta non vive che colle parti verdi che più difficilmente sorgono sui germogli dell’innesto. Queste cicatrici, e la minor produzione di parti verdi sono finalmente la causa d’un più pronto deperimento della pianta. A tale riguardo vediamo che l’innesto ad occhio è quello che riesce di minor danno per la durata della pianta. Se poi alle cause testè accennate si aggiunge che la produzione de’ fiori è a scapito della produzione fogliacea, e che i fiori ed i frutti, quand’abbiano perduto il color verde sono inetti ad assorbir acido carbonico, facile ci sarà l’intendere il più pronto deperimento d’una pianta innestata in confronto d’altra consimile non innestata.