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Voi dite che l’esalazione dell’acido carbonico che si fa dalle foglie durante la notte e l’oscurità, non sia altro che l’eliminazione dell’ultima porzione assorbita durante il giorno; ma nella stagione in cui il periodo delle tenebre avanza quello della luce, come l’acido carbonico emesso può considerarsi un residuo, se la di lui quantità supera anzi quella assorbita durante il giorno più breve della notte?

A tale obbiezione si può rispondere che, nell’epoca nella quale la vegetazione incomincia e continua, le notti sono sempre più brevi del giorno, e che quando sull’avanzarsi dell’autunno, il giorno si fa più breve della notte, allora appunto la vegetazione va diminuendo sino a cessare affatto, quando pure in tal epoca non si volesse tener conto dell’influenza principale della temperatura. — Resterebbe inoltre a conoscere se l’assorbimento e l’emmissione dell’acido sia proporzionale soltanto alla durata della luce o dell’oscurità, o se all’incontro entro poche ore di giorno sia possibile, per effetto della temperatura (vedi § 30), un assorbimento tale che ecceda di molto la proporzione dovuta soltanto al tempo.


§9. — D’onde l’ossigeno esalato dalle foglie durante il giorno?


Quando si ritenga che le foglie non iscompongano l’acido carbonico, logico è il domandare d’onde l’ossigeno che le foglie esalano dnrante il giorno? — Per ora lasciate che appena di volo io tocchi simile argomento. Esso, come l’acido carbonico espirato dagli animali, può essere il risultato del processo di nutrizione, e può svilupparsi dall’acqua decomposta durante la nutrizione, o meglio ancora dagli ossidi metallici o materiali inorganici terrestri, decomposti a profitto della vegetazione. E, se così fosse, chiaro apparirà che se