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qualche tempo s’indurisce, presentando una vera combinazione chimica. — Un mattone ordinario abbandonato per qualche tempo nell’acqua di calce, diventa totalmente bianco alla superficie; esso ricopresi d’una pellicola di calce caustica che l’acqua non può disciogliere. — Lasciando per alcuni giorni pozzolana in polvere fina, in una boccia ripiena d’acqua di calce e ben chiusa, la pozzolana s’impadronisce di tutta la calce. — Infatti la maggior o minor prontezza della presa delle calci idrauliche dipende dalla maggiore o minore quantità proporzionale d’argilla contenuta.

Ecco pertanto che le argille, dietro le asserzioni di valenti chimici, non abbandonano sali alcalini di sorta, assorbono anzi ammoniaca, e trattengono la calce. Ma continuiamo a passare in revista le asserzioni che, per la loro data, non possono essere tacciate di sospetto o prevenute.

P. Thénard, nella seduta del 20 aprile 1857, lesse una Memoria all’Accademia delle Scienze in Parigi, colla quale mostrava che:

L’allumina (che fa parte di tutte le argille) poteva assorbire il 50 per 100 del proprio peso in tintura di concime, ossia 2,50 per 100 di azoto. I sali neutri d’allumina poterne assorbire anche il 5 per 100. L’ossido di ferro avere le stesse proprietà quantunque formasse poi un prodotto meno stabile. I sali calcari avere un’identica azione. Sembrar quindi che l’allumina, gli ossidi di ferro ed il carbonato di calce siano gli elementi conservatori dei concimi, formando con esso delle lacche, che il tempo, l’aria e l’acqua non istruggono se non assai lentamente, au fur et mesure du besoin, et à la solicitation des plantes. Essere però necessario che il concime abbia subito la fermentazione.

Assai più importante ed istruttiva è la Memoria di F. Brustlein Sulla proprietà assorbente del terreno coltivabile. In essa trovansi indicazioni e sperienze su tale argomento le quali hanno una data anteriore a quanto