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182 del fico.


Ciononpertanto la semina servibile ad acclimatizzare maggiormente questa pianta nei climi temperati o che nel verno vadano soggetti ad un forte abbassamento di temperatura.

Più di frequente s’usa la margotta, fatta in primavera sopra rami di uno o due anni. All’autunno si stacca e si pianta immediatamente al posto stabile. Il fico non vuol essere troppo tocco nelle radici, e perciò non se ne fa vivajo; anzi la margotta potrebbe farsi entro un cesto di vimini, invece di usare il vaso fesso, poichè in tal modo si porrebbe in terra col cesto, il quale col tempo marcirebbe.

Anche le barbatelle non devono avere più di due anni; si toglieranno con diligenza dai piede della pianta e si metteranno in terra l’autunno.

La talea invece di farsi con grossi rami di due o tre anni è meglio che sia di rametti grossi al più 0m,02, lunghi da 0m,16 a 0m,20, conservando loro il tallone, se è possibile, poichè a queste talee non devesi togliere la gemma terminale. Queste talee, al pari dei rami muniti di radici, si piantano al posto, interrandole in modo che la detta gemma terminale non sopravanzi da terra che di 0m,03 circa, ricoprendola per ripararla dalle intemperie del verno con uno straterello di cera a guisa di cappuccio, che poi si leva in primavera.

Siccome però presso gli antichi era assai in voga il moltiplicare il fico per talee di due a tre anni, asserendosi che in tal modo se n’otteneva un bellissimo risultato, così dirò come si dovrebbe operare quando si volesse adottare un tal metodo. Si scelgano dalla parte di mezzogiorno o di levante rami di fico di tre anni da piante giovani e robuste, spessi di nodi, e che abbiano la cima grossa e robusta. Si taglino questi rami ad un metro e mezzo circa di lunghezza, coprendo la ferita del taglio e l’intero ramo con sterco vaccino ed argilla. Ciò fatto si adagino questi rami nelle fosse preparate anticipatamente dell’occorrente lunghezza, profonde 0m,45, facendovi al dissotto un buono strato di terra ben concimata con sostanze assai decomposte. Si ricopra il ramo principale ed i rametti laterali alla cima con terra preparata nello stesso modo, e s’innalzi fuori terra la cima maestra in modo che, ricolmata la fossa, n’esca fuori per 0m,10 circa. Nei paesi caldi si pianti in febbrajo, ma nei freddi s’aspetti verso la fine di marzo, perchè è bene che la talea non rimanga molto tempo in terra senza vegetare, essendo che facilmente si guasterebbe il legno che è tanto poroso. Quando