Pagina:Gaetano Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855.djvu/188

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del fico. 183

la cima abbia messo un germoglio di quattro o cinque foglie, si scalzi alquanto la terra intorno ad essa, in modo da formarvi come un bacino profondo 0m,10. Indi si prende un vaso che abbia un piccolo forellino in basso, e lo si riempie d’acqua che tenga in soluzione materie concimanti, e lo si ponga vicino al germoglio in maniera che dal forellino l’acqua stilli nell’infossatura fatta intorno al germoglio, acciò più facilmente il ramo interrato metta le radici. Il vaso si riempia alla sera, due volte per settimana, e contenga tant’acqua che al mattino riesca vuoto; il bacino formatovi intorno si riempia nuovamente di terra, onde il sole non percuota troppo davvicino le tenere radici. Questa operazione si fa otto volte, ossia per un mese; e se nella state sopravvenisse la siccità, s’adacqui nello stesso modo, adoperando un recipiente alquanto più grande. Con tal metodo vuolsi che s’abbiano in brevissimo tempo piante vigorose e fruttifere fin dal secondo anno dall’impianto.

In qualunque poi dei tre suindicati modi siasi piantato in autunno, è bene ricoprire con foglie secche il terreno, e rivestire di paglia il ramo che sopravanza da terra. Sarebbe forse meglio piantare le barbatelle e le talee in primavera, ma dovendosi fare l’impianto quasi sempre in luoghi non troppo umidi, quali sono le posizioni soleggiate e pendenti, od in vicinanza de’ muri, così potrebbesi aver danno dalla mancanza della necessaria umidità nel momento che la giovane pianticella più ne avrebbe bisogno per vivere e vegetare. Così si preferisce l’autunno, perchè durante il verno ed il principio di primavera le radici più facilmente trovano umido il terreno. Si pianterà in primavera soltanto nei climi meno che temperati, dove nel verno il gelo arrivi assai profondamente nel terreno, e dove la vegetazione incominci troppo tardi in primavera.

§ 894. L’innesto serve soltanto a cambiare la qualità del frutto, ed a propagare varietà più abbondanti sopra fichi che diano pochi frutti. Il fico riceve l’innesto a zuffolo o cannello; quello a spacco e quello a corona, quest’ultimo è riservato pei tronchi già molto grossi prima che incominci la vegetazione. Pochissimi però usano l’innesto essendo tanto facile il propagare il fico in altre maniere conservandone la qualità. Solo si può tentare nel caso che rendesse pochi frutti, per non perdere il tempo che impiegherebbe la nuova pianta ad acquistare la medesima robustezza. Il gelso ed il platano possono ricevere l’innesto del fico.