Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/106

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100 libro secondo


de’ compratori: dunque i prezzi crescono, e molti s’impoveriscono. Impoveriti che sono, diviene loro impossibile comprar caro alcuna cosa, e o se ne stanno di senza, o partono dal paese, e in ogni modo si scemano i compratori; e cosí i venditori, che hanno anche essi bisogno, e talora grandissimo, di vendere, vendono a quel prezzo che trovano: ed ecco che sbassano i prezzi, ma la povertá e la miseria dura. Inoltre, quando un paese non raccoglie frutti propri, vi si hanno a portar da fuori, e questa spesa s’ha da pagar con danaro, che va via: dopo di che, ogni cosa avvilisce, essendo per la sua raritá incarita la moneta. Ma nella prosperitá l’alzarsi i prezzi nasce dal corso maggiore del denaro; e questo, non essendo disgiunto dall’abbondanza, non solo dura, ma trae da fuori la gente per la speranza del guadagno. Questa reca con sé nuove ricchezze, e vieppiú crescono i prezzi per l’abbondanza della moneta. E qui pare che cada in acconcio spiegare la cagione di due avvenimenti, che non sono rari, benché sembrino strani. Il primo è quello che si osservò, non è molti anni, fra noi. Erasi raccolto poco grano quell’anno, e tutti n’attendeano il prezzo altissimo: ma, essendosi disgraziatamente guaste le ulive, il grano, invece di piú incarire, sbassò il suo prezzo, e sempre cosí si mantenne, mentre udivansi gemiti e querele in ogni lato di carestia. La ragione di cosí inopinato accidente era che, mancato un principal capo d’industria, infinito numero di gente non trovò da lavorare sugli ulivi e restò poverissima. Il povero non può, quando anche il volesse, pagar care le cose; onde fu d’uopo a’ venditori del grano, che non erano men bisognosi, adattarsi al potere de’ compratori, non alla scarsa ricolta. Un contrario accidente si è sperimentato in questo anno, che è stato straordinariamente ubertoso in tutto. Si aspettavano prezzi vilissimi, ma non si sono ancora veduti; e questo proviene dalla stessa abbondanza, che ha cacciato via il bisogno, provvedendo tutti. Chi non ha bisogno non vende e serba a miglior tempo, e, quando non v’è folla di vendere, i prezzi non vanno giú. E cosí la carestia talvolta mena seco il prezzo basso, e l’abbondanza il caro.