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210 | libro terzo |
Quanto a’ debiti tra privati e privati, confesso imprima che è giusto non diminuirgli; ma è necessario insieme sapere come il maggior male delle guerre non è l’impoverirsi il popolo, ma lo stravasare il denaro e raccogliersi tutto in mano di ppchi. Male gravissimo, su cui discorrerò al libro seguente. Da questo male, che nasce da un disequilibrio nella costituzione del governo, fu afflitta l’antica Roma, e ne vennero quelle liberazioni de’ debitori, che paiono ingiuste, ma non lo erano: poiché ne’ corpi, che contraggono indigestioni e replezioni, le purghe violenti hanno a curare il difetto della natura non buona. Non minor difetto è quello d’un principato d’esser ripieno di liti tra i creditori e i debitori di maggior somma che non posseggono. Le liti multiplicano la ricchezza ideale e scemano la reale: perché mille ducati, pretesi da uno e non pagati da un altro, appaiono duemila, vantandosi egualmente d’avergli non meno chi gli aspetta tra breve che chi senza sicurezza gli ha; e, intanto che tra loro contrastano per spogliarsi, si consuma quel tempo e quell’opra, che potrebbero amendue impiegare, mercatantando, ad arricchirsi davvero. È perciò degna cura d’un principe disingannare chi spera maggiori ricchezze delle realmente esistenti, acciocché, conoscendosi povero, fatichi; e quindi l’estinzione de’ debiti e delle pretensioni, comunque si faccia, è gran bene a uno Stato.
Similmente il sovrano ha da estinguere, il piú presto che può, i debiti suoi; e a chi ne rimane povero, gli giova almeno il saperlo per tempo ed aver ozio da potersi industriare. Ma se convenga a chiare voci dirsi fallito o no, questo è quel dubbio, che, come ho promesso di sopra, voglio esaminare.
Il fallimento è migliore, senza dubbio, che i nuovi dazi. È piú facile e spedito, né dá campo che nel rigiro straricchisca qualche ardito progettatore, come fu Giovanni Law in Francia. Ma egli è troppo subitaneo e impetuosamente percuote. Quel ch’è peggio, percuote le persone che sono intorno al principe le piú potenti, onde è da temerne tumulti e ribellioni, e sfregia la fede sua con macchia grande ed indelebile.
L’alzamento ha lo stesso effetto del fallimento, ma il danno