Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/288

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282 libro quarto


come Gallipoli e Foggia, si stabilisse un banco o si trasferisse alcuno de’ nostri, non credo potesse esser nocivo.

Parrá agli stranieri mirabile che i banchi di Napoli, non dando frutto nessuno del danaro, a differenza del piú degli altri, né essendo per legge rendute necessarie le fedi ad alcun pagamento, come è in Venezia e in Olanda, parrá, io dico, strano che sieno tanto ripieni di moneta. Ma una meraviglia tale cessa, dacché si riguarda l’indole del popolo inclinata meravigliosamente alle liti ed al negare. Le fedi di credito assicurano non solo il pagamento, ma il titolo d’esso con certi stabilimenti particolari a noi. E cosí ciò, che altrove fa la forza delle leggi e lo stimolo del guadagno, fra noi lo fanno i costumi corrotti e la mala fede. Ma non si può negare che l’aver fatto servire i banchi all’estinzion delle liti sia stata cosa bella e giudiziosa.

Compagnie non sono fra noi, non avendo noi tanto commercio che possa nutrirle. La quale mancanza di commercio è da molti, che invidiano lo stato presente delle potenze marittime, scioccamente attribuita a nostro difetto. Ma questo commercio, come lo intendono essi, non è il principio della grandezza di quelli Stati. Il terreno popolato fa la forza degli Stati; e chi ha piú terre e piú sudditi, è maggiore. Né la potenza può nascere da altro che donde la trassero i romani, cioè dalla conquista e dall’altrui servitú. Questo è il commercio delle compagnie inglesi, olandesi e francesi. Gran conquiste fatte, gran terreni, gran frutti e gran numero di schiavi. Ma, siccome stanno lontani, noi gridiamo: — Commercio! commercio! —, invece di dire: — Armi e virtú militare! — Sulle carte geografiche potremo misurare la minore delle loro colonie, e trovarla grande quasi quanto è tutto il Regno di Napoli.

Io ho conosciuto un uomo rispettato per la franchezza di ragionare delle cose politiche e de’ fatti de’ principi tutti d’Europa. Costui una volta, misurata la provincia d’Olanda, e trovatala minore delle nostre Calabrie, dopo lungo silenzio, tratto un profondo sospiro dal petto, disse: — Guardate quanto vale un pugno di terra paludosa o arenosa, abitata da conigli e da ranocchi! — Ed ognuno a tali detti applaudiva. Intanto altri,