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342 | note aggiunte nella seconda edizione |
le di fresco partorite e lattanti, con tanta distruzione de’ poliedri, che proviene nelle gravide dagli aborti, nelle lattanti dal latte riscaldato e malsano, che poi danno ai loro allievi.
XXVIII
(p. 256, r. 21 sgg.)
Veramente questa nostra prammatica fu dettata piú da ragioni politiche che da misure economiche per lo bene dello Stato. Era questo Regno, nell’anno precedente, passato sotto la dominazione alemanna colla conquista fattane dal conte di Martinitz. Si voleva obbligare il pontefice a dar l’investitura; ma, siccome ardeva ancora la guerra universale, il papa, piú saggio pontefice che ardito profeta, non sapendone preveder l’esito, temporeggiava. Si volle scuoterlo, spaventarlo, minacciarlo. Si attaccarono varie brighe giurisdizionali, e si fece questa prammatica, che fu una specie di dichiarazion di guerra a quel principe, a cui non si conviene far guerra. Ma a me pare che, ad ogni modo, non fu decente far una legge impossibile ad eseguire; e, fattala, non è stato bene il non rivocarla in tutto. Sará questa legge, finché si sosterrá, sempre causa che il cambio tra Roma e Napoli si scosterá dal naturale piú che non converrebbe; ed il cambio in cui sia gran distanza dal pari, anche quando è vantaggioso ai nostri mercanti, non torna mai in bene universale dello Stato.
XXIX
(p. 260, r. 5 sgg.)
Verso i principi del secolo decimosettimo, quando le piaghe del Regno di Napoli, cominciate un secolo innanzi e lentamente cresciute sempre, giunsero ad incrudelirsi, divenne grandissima la confusione e il disordine nelle monete e nei cambi. Questa, che dovea unicamente riguardarsí come effetto de’ mali, per cagion de’ quali si travasava tutta la nostra moneta in altri domini, fu riguardata dagli ignoranti della scienza politica ed economica (ignoranza in cui vivevano anche gli uomini in quel tempo piú gravi e piú celebrati) come causa di essi, e cercata medicare con moltissimi regolamenti e prammatiche tutte erronee, che, invece