Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/351

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note aggiunte nella seconda edizione 345


che ne possedeva Bartolommeo Intieri, e a me donollo, se n’è salvato dall'obblio. Ma v’è di peggio. Dedica il Serra il suo trattato al conte di Lemos, e lo scrive «dalle carceri della Vicaria». Qual maraviglia che le cose della moneta andassero a precipizio, quando un Antonio Serra languiva in carcere e un Marcantonio de Santis era carico di ricchezze ed era l’oracolo del Collaterale? Che poi avvenisse al Serra mi è ignoto. Certo è che niun consiglio suo fu abbracciato, verificandosi in lui un proverbio grazioso e sensato del nostro volgo, che dice tre esser le cose non pregiate in questo mondo: la forza d’un facchino, la bellezza d’una meretrice, il consiglio d’un uomo meschino.

Merita infine che io faccia motto d’uno scrittore, che, quantunque straniero, scrisse su’ mali della nostra moneta. Fu questi il licenciado don Luis Enriques de Fonseca, che era stato amministratore e tesoriere delle rendite reali in Malaga. Di lá passato in questo Regno, stampò qui nel 1681, per Salvator Castaldo, nella sua lingua, un brevissimo Tratado y discurso sobre la moneda de el Reyno de Napoles, su estado y origen de sus danos, y el remedio para su consumo; ed a questo trattato va unito un altro Discurso en orden d que la moneda de vellon se disponga d modo de uso, por el qual sea mejor para los commercios que la moneda de piata. Questo libro mi sarebbe stato ignoto, se la cortesia del signor marchese di Sarno, che lo possiede nella sua vasta e sceltissima libreria, non me lo avesse indicato. Contiene qualche notizia utile alla storia della nostra moneta; ma piú mi ha servito a scoprire che una gran parte de’ pensieri e de’ proggetti del Broggia per introdurre tra noi la moneta di billon eran tolti da questo scrittore, da lui non citato.

XXX

(p. 276, r. 10)

Quantunque tutti gli scrittori, anzi posso dire tutti gli uomini, che vissero in que’ tempi, s’accorgessero dell’errore preso dal Law nell’aver creata una sterminata quantitá di biglietti, che furono la mina della sua banca e poco mancò che non lo fossero della Francia istessa; io non ho trovato finora scrittor veruno, che dica quali fossero le cause dell’abbaglio di questo ingegno grandissimo,