Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/53

Da Wikisource.

CAPO TERZO

dimostrazione che i metalli hanno prezzo per l’uso
che prestano come metalli assai più che come
moneta — due calcoli che confermano
questa verità.

Difficoltá del conoscere il prezzo giusto delle cose superata dalla moltitudine — Si dimostra che il valore de’ metalli non nasce principalmente dall’uso che hanno per monete — Calcolo dell’argento ch’è in Napoli — Riflessioni su’ calcoli politici e loro incertezza — Conseguenze tirate dal calcolo fatto di sopra — Altro calcolo piú vasto, e perciò meno sicuro, che s’accenna — Conclusione di quel che s’è esposto finora.

Dacché a scrivere quest’opera incominciai, rare volte è avvenuto che, meco stesso meditando, io non mi sia sentito accender d’ira contro gli uomini, di rispetto e di gratitudine verso l’Autore del tutto. M’irritano gli uomini, e principalmente quelli che il nome di «sapienti» si fanno dare, i quali, ora i nostri falli colle ordinate disposizioni della provvidenza confondendo, ed ora lei medesima accagionando, e ripieni dell’idea del proprio merito, tutto gridano essere ingiustizia e tutto disordine quel che avviene, e i nomi della «sorte», del «fato» e del «destino» a mascherare la loro empietá hanno inventati. Benedico al contrario la suprema Mano, ognora che contemplo l’ordine, con cui il tutto è a nostra utilitá costituito; e nelle opere sue, ovunque io mi rivolga, non incontro altro che giustizia ed egualitá.

E, discendendo alle cose particolari, io ammiro l’esattezza, con cui la valuta è posta ad ogni cosa; e tanto l’ammiro piú, quanto