Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/73

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capo quarto 67


In terzo, que’ generi che colla diversitá de’ costumi o de’ culti religiosi possono cambiar valuta. Dalle quali eccezioni poche cose a me pare che siano libere dopo l’oro e l’argento. E questo è quanto al primo requisito.

Ma il secondo è quello, che limita precisamente i metalli a doversi soli usar per moneta. Non si può saper con facilitá la valuta d’alcun genere, se quelle tante ragioni componenti, spiegate nel secondo capo, non si riducano a numero piú semplice. Or i metalli han questo di proprio e singolare, che in essi soli tutte le ragioni si riducono ad una, che è la loro quantitá; non avendo ricevuto dalla natura diversa qualitá né nell’interna loro costituzione né nell’esterna forma e fattura. Tutto l’oro del mondo è d’una medesima qualitá e bontá, o, per meglio dire, ad essere d’una medesima qualitá si può facilmente ridurre. Perché è vero che mai non si trovano l’oro e l’argento nelle miniere o nelle arene de’ fiumi perfettamente puri, ma sono sempre mischiati con altro piú basso metallo o minerale; ma è noto che si possono questi metalli abbassare di carato con quanta lega si vuole, o purgarli al contrario fino alla perfezione. Non è però cosí del vino, del grano e di tanti altri generi. Non sono essi da per tutto dell’istessa qualitá, né vi è arte per far che il vino d’Ischia diventi vino di Tokai. Perciò con una stessa misura di peso non si possono vendere tutti i vini del mondo ad uno stesso prezzo. L’oro e l’argento non solo si possono, ma si debbono valutare attendendo alla sola quantitá della mole, la quale la natura fa che si conosca ottimamente ed infallibilmente col peso. Inoltre un pezzo di due pollici cubi d’oro vale quanto due pezzi d’un pollice l’uno; ma un diamante di dieci grani non vale quanto due di cinque l’uno. E questo è, perché di due pezzi d’oro io posso farne uno con congiungimento, che non è incastratura o legatura dell’arte, ma unione che la natura fa, e l’arte non la può distinguere o percepire; ma di due diamanti non v’è arte di farne uno. Questo istesso dicasi sulla diversa grandezza degli animali, legni, marmi, gemme, raritá, le quali perciò non possono secondo la mole aritmeticamente apprezzarsi. E, sebbene alcuni commestibili