Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/74

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68 libro primo


vendansi a peso, ognuno però sa che, subito che uno di essi, come per esempio un pesce, eccede l’ordinaria grandezza, non si valuta colla medesima ragion del peso, ma assai dippiú: il che non sará mai ne’ metalli. In terzo, una verga d’oro spezzata, torta e malformata vale quanto la dritta e l’intera. Non è cosí d’un cristallo, d’una porcellana, ecc.; perché all’oro non dá né toglie valuta l’esterna fattura: all’altre cose sí. Intendo qui di dire, quanto alla fattura, che la natura non dá pregio di forma ai metalli, producendogli in polvere o ramificazioni minutissime e di forma inutile: il fuoco le congiunge, l’arte le lavora, e questa forma vale; ma ella è interamente distinta dal valor della materia e ne è divisa affatto. Quindi sempre la materia siegue a valere secondo la ragion del suo peso, qualunque forma prenda o se le tolga. Ma le gemme non hanno valor di materia distinto dalla forma, e la qualitá loro prende mille diversi gradi dalla limpidezza dell’acqua, colorito, fuoco, pagliuole, nuvolette, scheggiature. Perciò la legge non può fissarvi un valore universale; ed ognun conosce che un bravissimo gioielliere con lungo studio non conosce cosí bene il valore d’una gemma, come un orefice anche inesperto conosce quello dell’oro. Ora è certo che l’uomo non s’arrischia a contrattare che lá dove vede chiaro né teme inganno; e, se la moneta interviene in ogni contratto, troppo è necessario ch’ella sia d’una materia di facile valutazione. Ma io ho dimostrato che né piú atta dell’oro e dell’argento si troverá, né piú sicura. De’ quali quanto sia facile conoscere la bontá ed il peso, lo dimostra l’esempio della nazione cinese, nella quale ognuno da per sé saggia e pesa l’oro e lo sa perfettamente valutare. Presso le altre nazioni i principi e le repubbliche si hanno presa la briga di conoscer essi della bontá e del peso de’ metalli e di assicurarne sulla loro fede ciascuno colla loro impronta; e cosí hanno condotto l’uso de’ metalli come moneta alla perfezione, come nel seguente libro si dirá: ma non era cosa necessaria il conio a costituir la moneta.

Mi resta ora a dire degli altri due requisiti della moneta. E, quanto alla lunga conservazione, che l’oro e l’argento l’abbiano