Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/20

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del Galileo. 11

gimenti tirare, e sollevare vastissime pietre, mentre che le braccia d’un debile ragazzo vanno ritenendo, e radunando l’altro capo del medesimo canapo. L’altro è d’un semplice, mà arguto ordigno, trovato da un giovane mio parente per poter con una corda calarsi da una finestra senza scorticarsi crudelmente le palme delle mani, come poco tempo avanti gli era intervenuto con sua grandissima offesa. Ne farò, per facile intelligenza, un piccolo schizzo. Intorno à un simil Cilindro di legno ab grosso, come una canna, e lungo circa un palmo incavò un canaletto in forma di spira di una voluta, e mezo, e non più, e di larghezza capace della corda, che voleva adoprare; e questa fece entrare per il canale dal termine a et uscire per l’altro b, circondando poi tal Cilindro, e corda con un cannone pur di legno, overo anco di latta, ma diviso per lungo, et ingangherato, si che liberamente potesse aprirsi, e chiudersi: et abbracciando poi, e strignendo con ambe le mani esso cannone, raccomandata la corda à un fermo ritegno di sopra, si sospese sù le braccia, e riuscì tale la compressione della corda tra ’l cannone ambiente e ’l Cilindro, che, ad arbitrio suo, strignendo fortemente le mani poteva sostenersi senza calare, et allentandole un poco si calava lentamente a suo piacimento.

Salv. Ingegnosa veramente invenzione, e per intera esplicazione della sua natura, mi par di scorgere così per ombra, che qualche altra specolazione si potesse aggiugnere: mà non voglio per ora digredir più sopra di questo particolare; e massime volendo voi sentir’ il mio pensiero intorno alla resistenza allo strapparsi de gli altri corpi, la cui testura non è di filamenti, come quella delle funi, e della maggior parte de i legni: mà la coerenza delle parti loro in altre cagioni par che consista, le quali, per mio giudizio, si riducono à due


B  2 capi;