Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/21

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12 Dialogo Primo

capi; l’uno de i quali è quella decantata repugnanza che hà la natura all’ammettere il vacuo; per l’altro bisogna (non bastando questo del Vacuo) introdur qualche glutine, visco ò colla, che tenacemente colleghi le particole, delle quali esso corpo è composto. Dirò prima del Vacuo, mostrando con chiare esperienze quale e quanta sia la sua virtù. E prima, il vedersi, quando ne piaccia, due piastre di marmo, di metallo o di vetro, esquisitamente spianate, pulite e lustre, che, posata l’una su l’altra, senza veruna fatica se gli muove sopra strisciando (sicuro argumento che nissun glutine le congiugne), mà che volendo separarle, mantenendole equidistanti, tal repugnanza si trova, che la superiore solleva, e si tira dietro l’altra, e perpetuamente la ritiene sollevata, ancorche assai grossa e grave, evidentemente ci mostra l’orrore della natura nel dover ammettere, se ben per breve momento di tempo, lo spazio voto, che tra di quelle rimarrebbe avanti, che il concorso delle parti dell’aria circostante l’havesse occupato, e ripieno. Vedesi anco, che quando bene tali due lastre non fussero esattamente pulite, e perciò che il lor contatto non fusse esquisito del tutto, nel volerle separar lentamente niuna renitenza si trova fuor di quella della sola gravità; mà in un’alzamento repentino l’inferior pietra si solleva, ma subito ricade, seguendo solamente la sovrana per quel brevissimo tempo, che basta per la distrazzione di quella poca d’aria, che s’interponeva trà le lastre, che non ben combaciavano, e per l’ingresso dell’altra circunfusa. Tal resistenza, che così sensatamente si scorge trà le due lastre, non si può dubitare, che parimente non risegga trà le parti di un solido, e che nel loro attaccamento non entri almanco à parte, e come causa concomitante.

Sagr. Fermate di gratia, e concedetemi ch’io dica una particolar considerazione, che pur’ ora mi è caduta in mente: e questa è, che il vedere, come la piastra inferiore segue la superiore, e che con moto velocissimo vien sollevata, ci rende sicuri che, contro al detto di molti Filosofi, è forse d’Aristotele medesimo il moto nel vacuo non sarebbe instantaneo; perche quando fusse tale, le nominate due lastre


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