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Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/58

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del Galileo. 49

bene l’ultima, et altissima esser quella, che lo risolve in infiniti indivisibili, alla quale concedo che non si perverrebbe mai dividendo successivamente in maggiore, e maggior moltitudine di parti; mà servendosi della maniera, che propongo io di distinguere, e risolvere tutta la infinità in un tratto solo (artifizio che non mi dovrebbe esser negato) crederei che dovessero quietarsi, et ammetter questa composizione del continuo di atomi assolutamente indivisibili. E massime essendo questa una strada forse più d’ogni altra corrente per trarci fuori di molto intrigati laberinti, quali sono oltre à quello già toccato dalla coerenza delle parti de i solidi, il comprender come stia il negozio della rarefazzione ,e della condensazione, senza incorrer per causa di quella nell’inconveniente di dovere ammettere spazii vacui, e per questa la penetrazione de i corpi: inconvenienti che amendue mi pare, ch’assai destramente vengano schivati con l’ammetter detta composizione d’indivisibili.

Simp. Io non sò quello, che i Peripatetici fusser per dire, atteso che le considerazioni fatte da voi credo che gli giugnerebbero per la maggior parte nuove, e come tali converrebbe esaminarle; e potrebbe accadere, che quelli vi ritrovassero risposte, e soluzioni potenti a sciorre quei nodi, che io per la brevità del tempo, e per la debolezza del mio ingegno non saprei di presente risolvere. Però sospendendo per hora questa parte sentirei ben’ volentieri come l’introduzzione di questi indivisibili faciliti l’intelligenza della condensazione, e della rarefazzione, schivando nell’istesso tempo il vacuo, e la penetrazion de i corpi.

Sagr. Sentirò io ancora con gran brama la medesima cosa all’intelletto mio tanto oscura: con questo però che io non rimanga defraudato di sentire, conforme à quello che poco fa disse il S. Simp. le ragioni d’Aristotele in confutazion del Vacuo, et in consequenza le soluzioni, che voi gli arrecate, come convien fare, mentre voi ammettete quello che esso nega.

Salv. Faremo l’uno e l’altro. E quanto al primo è necessario, che, si come in grazia della rarefazzione ci serviamo della linea descritta


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