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zione Nazionale un intero volume e che, rivelando i segreti maneggi del dietroscena, permettono di ricostruire il gran dramma nei più minuti particolari.
Così la storia della condanna di Galileo può scriversi ormai in tutta la sua interezza, ed è tale da non aver d’uopo nè di declamazioni retoriche nè di invettive per mettere in luce com’essa rappresenti, all’infuori di discussioni bizantine sopra l’autorità che l’ha pronunziata, se non il massimo, uno dei più grandi errori della Curia Romana, che essa ha scontato, e forse non ancora compiutamente, il giorno in cui dovette cancellare dall’Indice il condannato Dialogo e scrivere nei medesimi volumi dei Decreta il permesso di insegnare, sostenere e difendere la dottrina già dichiarata assurda e falsa in filosofia e formalmente eretica.
Antonio Favaro.