Pagina:Gandolin - Guerra in tempo di bagni, Milano, Treves, 1896.djvu/55

Da Wikisource.


— E parlate, perdio!

Si fa presto, a dire: parlate! Proprio in quel momento, Giorgio si sentiva ingrossare la lingua, come avesse, Dio liberi, bevuto dell’acido fenico: gli si confondevano le idee, e non riesciva neppure a spiccicare una parola che avesse un po’ di senso comune. Oh quanto volentieri avrebbe chiamato Massimo, per dirgli:

— Parla un po’ te.

E quel birbante di Massimo, che stava in ascolto dietro la portiera, si godeva l’imbarazzo dell’amico, mentre l’ammiraglio non sapeva spiegarsi quella pausa troppo lunga, che aveva interrotto un così amichevole discorso.

Finalmente, Giorgio, a un punto verde e paonazzo, fece uno sforzo supremo.

— Le mie parole arrivano male a pro-