Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/12

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maestra di civiltà... non grattarti, perdio, la testa, quando parla papà, hai capito? a una nazione insomma, di cui è operoso scrivano colui che ti ha messo all’onore del mondo. Domani è la festa dello Statuto.

— Papà, che cos’è lo Statuto?

— Lo Statuto è, figlio mio, quella cosa per cui non c’è che la gente senza educazione, che finga d’ignorare i proprii doveri, tra cui, te lo dico una volta per sempre, quello di ubbidire mammà e papà, e di non fare certe risposte; che non le farebbe neanche un monello di strada.

Sono le sette di mattina. Casa De-Tappetti pare un inferno. La signora Eufemia, tutta discinta, con le papillotes in testa, mette sossopra i cassettoni, e butta in aria quanto trova, cercando un involtino di carta azzurra, contenente una dozzina di bottoni per camicia.

Policarpo è in mutande, coi piedi infilati in un paio di ciabatte, che ogni tanto gli