Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/13

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scappano, insieme con la pazienza maritale e paterna. Egli ha in mano un solino finto e una cravatta di seta nera, veneranda memoria sopravvissuta a tempi migliori.

— Per bacco baccaccio! — egli mormora tra i denti — queste cose non succedono che a me... Non c’è una camicia a cui non manchi un bottone. Specialmente di quelli a parte di dietro. Ma dove li avete gli occhi?... a casa del diavolo?...

— Sta un po’ zitto.

— Zitto, un corno! sarà la trentesima volta... ma che dico? sarà l’ottantesima volta che trovo la camicia senza il bottone a parte di dietro... Agenore! lascia stare l’orologio. Conoscerò, a dire poco, mille persone; pure tutte hanno i bottoni in regola.

— Ma finiscila una volta... ecco, li ho trovati. Rosa! un ago, e un po’ di filo bianco.

— Oh! non si troverà nè ago, nè filo, ne sono sicuro.