Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/32

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La serva si slancia nella camera da letto. Policarpo osserva le dita di Agenore, e non vedendo nulla di sospetto, gli tasta il polso e si fa mostrare la lingua.

— Non piangere; — gli dice — non è niente.

— Già: brontola Eufemia, — per voi tutto è niente. Vieni qua, da me, figlietto caro.... sta zitto, che poi ti compro due bei centesimi di nocchie.

— Se non aveste messo la mano vicino al fuoco, non vi sareste scottato! — dice severamente Policarpo; — la vostra condotta non è che una serie di dispiaceri per la famiglia.

— Ma questa concolina viene o non viene?

— Che fa quella somara?

— Dille che si sbrighi.

Policarpo si volta con impeto, e ne viene uno scontro colla serva, che sta correndo colla concolina in mano. I calzoni di Poli-