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molto notata dalla cicoriara che sta sul portone; e poi la stessa signora Eufemia aveva detto al norcino:
— Più tardi manderò la serva a prendere una costoletta di maiale; badate che sia buona, poichè stasera dobbiamo andare al Costanzi.
Al momento della partenza, casa De-Tappetti pare una maledizione. Policarpo, con gli occhi di fuori, ha un pezzo di sapone in una mano e la scatolina del grasso lucido nell’altra. Agenore strilla che gli cascano le calze. Policarpo sputa sul sapone, e lo strofina contro le scarpe. Accortosi dello sbaglio, butta lungi il sapone, corre alla catinella, e vi immerge la scatola del grasso lucido, per lavarsi le mani.
La signora Eufemia pare una spiritata: ella non fa che gridare:
— Dio mio, questi balli saranno la mia rovina.
Finalmente tutto è in ordine. La signora